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Assistenza sanitaria, casse di assistenza e società di mutuo soccorso

Come presidente della Cassa di Assistenza BiSALUS, Danilo Ariagno ci spiega come opera una cassa assistenziale e ci racconta i cambiamenti che interessano il settore assicurativo, soprattutto in materia di digitale.

Danilo Ariagno, Presidente della Cassa di Assistenza BiSALUS

Sappiamo che sei presidente di BiSALUS, ci spieghi che cos’è una Cassa di Assistenza e di che cosa si occupa?

In generale, le casse di assistenza sono enti senza scopo di lucro che forniscono servizi di assistenza sanitaria integrativa e altri servizi assistenziali. Nel caso specifico di BiSALUS, aziende di varie dimensioni si associano a noi per poter erogare  servizi di natura assistenziale ai propri dipendenti. Tuttavia, esistono anche casse che accettano l’adesione individuale.La caratteristica di questa categoria di enti, che si applica – ai sensi dell’articolo 51 comma 2, lettera A del Testo Unico sulle Imposte – anche ai fondi sanitari ed alle società di mutuo soccorso, è quella di poter erogare servizi di assistenza sanitaria con vantaggi fiscali e contributivi particolarmente rilevanti per le aziende e i loro dipendenti e collaboratori, coordinati e continuativi, tra cui gli amministratori.Questi enti sono realtà in forte sviluppo perché rispondono alle esigenze odierne, e lo fanno seguendo due driver fondamentali: da un lato garantiscono assistenza sanitaria integrativa a supporto del servizio sanitario pubblico, e dall’altro introducono un vantaggio fiscale e contributivo sicuramente rilevante.

Sei coinvolto anche in una Società di Mutuo Soccorso, la Mutua Diritto e Salute, ci aiuti a capire le differenze tra una cassa e una mutua?

In sintesi, la distinzione tra cassa di assistenza e società di mutuo soccorso consiste nel fatto che la prima opera essenzialmente nei confronti di aziende. Una società di mutuo soccorso invece può operare negli stessi ambiti delle casse di assistenza, rivolgendosi alle aziende, ma anche nello stretto ambito mutualistico, offrendo aiuto ai singoli cittadini.Se veniamo al caso specifico, la cassa BiSALUS e la società di mutuo soccorso Diritto e Salute sono del tutto complementari fra di loro, con due ambiti operativi completamente differenti che si integrano e si completano. La cassa di assistenza BiSALUS opera nell’ambito dell’articolo 51 comma 2 lettera A del TUIR, e quindi si rivolge essenzialmente ad aziende con le caratteristiche fiscali e contributive che ne scaturiscono. La società di mutuo soccorso Diritto e Salute si rivolge solo ed esclusivamente verso i privati, i quali diventando soci possono usufruire di piani mutualistici.

Ora vorremmo scoprire un po’ della tua storia, ci racconti come sei arrivato a ricoprire questi incarichi e più in generale, ci racconti qualcosa della tua carriera?

Ho una lunga esperienza nel mondo dell’intermediazione assicurativa, in particolare nel brokeraggio in tema di copertura sanitaria e in generale di copertura alle persone. È un settore che mi ha sempre interessato. Dapprima ho lavorato come imprenditore, quindi sono stato titolare e proprietario di società di brokeraggio, poi sono entrato in una grande società multinazionale dove sono stato per un periodo di tempo abbastanza importante il direttore dell’ufficio tecnico. Inoltre, abbino a tutto questo una fortissima attività nell’ambito formativo di aggiornamento, soprattutto con l’associazione italiana di broker AIBA.Non potendo più gestire contemporaneamente i diversi incarichi, ho abbandonato quella di direttore tecnico nell’ambito del brokeraggio, continuando però a dedicarmi al settore dell’assistenza sanitaria. Sono stato e sono tutt’ora testimone di un forte sviluppo del settore, e la mia partecipazione è andata via via crescendo, grazie anche a una forte presa di coscienza generale che è in corso ancora oggi. Sono molto contento di lavorare in un settore che non solo è estremamente interessante, ma è anche di grande valore sociale poiché si rivolge alla comunità, mi sento pienamente impegnato a dare il mio contributo.

Vorremmo ora esplorare meglio l’organizzazione della Cassa di Assistenza BiSALUS, ci aiuti a capire come operate al vostro interno?

La nostra cassa nasce con un duplice obiettivo: il primo è quello tradizionale di consentire al maggior numero possibile di dipendenti e amministratori delle aziende italiane di usufruire di servizi di assistenza sanitaria qualitativi e dei vantaggi fiscali contributivi collegati; il secondo è quello di avvalersi non di una rete commerciale, ma della collaborazione con gli intermediari di assicurazione, che sono un formidabile canale per arrivare ad aziende di qualsiasi dimensione.Quindi questa è la nostra peculiarità: lavorando quasi esclusivamente con sottostante assicurativo, non siamo noi a erogare direttamente le prestazioni, ma le compagnie o i provider per nostro conto. Di conseguenza, offriamo diverse soluzioni al fine di accontentare un numero importante di intermediari che si rapportano ad aziende dalle caratteristiche più disparate.All’interno di BiSALUS gestiamo autonomamente gli aspetti amministrativi, la parte assuntiva e i rapporti con le aziende, ma la distribuzione è quasi interamente affidata a intermediari che comunicano con i responsabili delle aziende. Noi siamo a monte di questa catena dove tutto deve funzionare alla perfezione, perché ogni minimo problema può causare una serie di insoddisfazioni che noi non possiamo permetterci. La nostra posizione richiede una qualità eccellente e noi ci sforziamo al massimo per garantire un servizio impeccabile.

Con quali modalità avvicinate i cittadini al mondo assicurativo e in particolare alla prevenzione?

In ottica di comunicazione e immagine, cerchiamo di organizzare eventi ed essere presenti su diverse pubblicazioni, anche di settore. Siamo vicini al mondo dello sport, in particolare allo sport per disabili, e per dimostrarlo sponsorizziamo una società di sitting volley. Inoltre, durante la pandemia abbiamo donato assieme ai nostri colleghi intermediari 150.000 euro a vari enti, per dimostrare il nostro supporto.Per quanto riguarda invece il rapporto commerciale, ci avvaliamo di intermediari ed eventualmente di compagnie di assicurazioni per raggiungere i nostri clienti finali. È una scelta drastica, ma non vogliamo sovrapporci alle attività degli intermediari e per questo non percepiamo provvigioni o ricavi di altro genere. Applichiamo alle aziende associate delle quote di adesione e un contributo di gestione per sostenere i costi, ma non abbiamo alcuno scopo di lucro. In sintesi non facciamo attività commerciale diretta, ma lavoriamo a supporto di centotrenta intermediari ai quali dimostriamo assoluta trasparenza e indipendenza.

Per quanto riguarda la parte fiscale, quali sono i vantaggi che un’azienda può ottenere aderendo ad una Cassa di Assistenza, per sé e per i propri dipendenti?

Il primo e più importante vantaggio fiscale riguarda i dipendenti. Infatti, tutto ciò che l’azienda versa fino a un massimo di 3615,20 euro annui per contributi di assistenza sanitaria non è tassabile per il dipendente. Questo significa che il dipendente non paga le tasse su quella somma e non versa la propria parte contributiva, ottenendo un risparmio fiscale del 30-40% in base al reddito.Dall’altra parte l’azienda, anziché pagare gli oneri sociali tradizionali che sono attorno al 33%, versa solo il contributo di solidarietà del 10% e può in questo modo ottenere un risparmio contributivo del 20-25% a seconda del tipo di contratto.È una delle operazioni più vantaggiose perché per il dipendente è una sorta di deduzione, e per le aziende si tratta di un 20-25% di risparmio di natura contributiva. Sotto questo profilo l’adesione alle casse di assistenza rimane uno dei must per ottenere vantaggi fiscali e contributivi.

Esistono dei processi particolari che secondo te potrebbero essere migliorati con la tecnologia? Quale tra questi è quello che più di tutti ha bisogno di essere digitalizzato?

Questa domanda mette sale su una ferita aperta. Noi lavoriamo con diverse compagnie e recentemente abbiamo proposto ad alcune di queste di scambiarci dei flussi anziché comunicare tramite email, pec o le loro piattaforme.Delle cinque compagnie interpellate, nessuna ha dato disponibilità a scambiare flussi. Alcune hanno insistito sull’utilizzare le email, altre ci hanno chiesto di accedere alla loro piattaforma tramite password, aumentando il carico di lavoro. Questo alla fine va a discapito degli associati e degli assistiti, per i quali sarebbe necessario lavorare tramite flussi per alleggerire i tempi.Abbiamo diverse situazioni in cui gli assistiti hanno difficoltà ad accedere ai servizi a causa dell’arretratezza e complessità delle piattaforme, e dobbiamo fare noi quello che dovrebbero fare le compagnie. Tutto il settore e il meccanismo sono obsoleti e molto indietro rispetto alle esigenze di oggi. È necessario digitalizzarsi e fare passi avanti, sebbene non sia facile. Cerchiamo partner importanti per lavorare e crescere assieme, in modo da rispondere alle crescenti aspettative degli assistiti.

Come pensi che una piccola realtà come All Well potrebbe aiutarvi? Su quali aspetti della vostra operatività?

All Well ha due caratteristiche fondamentali: è una grande idea ed è proiettata verso il futuro. Si distingue per la grande attenzione e cura nella qualità dei servizi offerti, sia nei prodotti che nei piani e opzioni, nonché per la sua digitalizzazione in linea con i tempi attuali.Come Presidente della cassa BiSALUS, posso dire che è esattamente ciò che cerchiamo. Abbiamo trovato in All Well un partner in grado di affrontare le problematiche tecnologiche pur mantenendo alta la qualità del servizio, per permetterci di sfruttare tutte le potenzialità di crescita nel futuro.Le nostre esigenze si sposano perfettamente con la filosofia di All Well e la fiducia che riponiamo nel team ci dà grandi speranze. Operiamo attraverso intermediari che hanno bisogno di avere un servizio puntuale e preciso. Credo che All Well ci possa aiutare in modo importante sotto questo profilo.

Uno dei problemi principali del Sistema Sanitario Nazionale è l’alto numero di pazienti che deve gestire, un numero destinato a salire con il graduale invecchiamento della popolazione. Questa difficoltà del sistema sanitario influenzerà anche il settore in cui si muove la Cassa di Assistenza BiSALUS?

Sicuramente in qualche modo la influenzerà. La frequenza con cui i media trattano le problematiche della sanità pubblica è indice di un cambiamento culturale in atto, in cui l’assistenza sanitaria integrativa è sempre più vista come una normalità. Mentre la previdenza complementare o i fondi pensione non sono ancora diffusi, sempre più persone si affidano a coperture integrative per coprire le spese sanitarie.Rispetto a dieci anni fa, quando erano soprattutto i dirigenti o le prime linee delle aziende a richiedere l’assistenza sanitaria integrativa, oggi c’è un’attenzione molto più ampia che coinvolge molte più persone. Questo indica che la nostra società sta diventando sempre più consapevole dell’importanza di avere un’assistenza sanitaria integrativa di qualità. In questo contesto, il nostro ruolo diventa sempre più importante per gestire il crescente interesse e per fornire soluzioni di qualità che soddisfino le esigenze degli utenti.

Come potrebbe cambiare in futuro il settore assicurativo nel ramo salute per far fronte a un pubblico molto più ampio?

Il settore necessita di un balzo in avanti e di spingere molto sulla cultura dell’importanza dei servizi. Oggi ci si concentra sulle piccole soluzioni, come il rimborso per l’ablazione o le visite, ma i problemi reali sono di altra natura, ad esempio l’invecchiamento medio e la perdita dell’autosufficienza. Questi temi non vengono ancora trattati in modo adeguato e non si riesce a far percepire agli assistiti quanto siano importanti. È necessario svecchiare il concetto di assistenza e andare oltre le coperture tradizionali, mantenendo sempre l’equilibrio tra spesa e incasso per enti e associazioni. Ad esempio, si potrebbe pensare a un’integrazione tra pubblico e privato per affrontare questi temi più ampi.Inoltre, è meglio prevenire che curare, e quindi sarebbe utile elaborare progetti e programmi di prevenzione. Alcune aziende hanno attivato piani esclusivamente di prevenzione, ma c’è ancora resistenza da parte dei dipendenti che spesso non percepiscono il valore di un vero piano di prevenzione. In ultimo alcune tecnologie, in particolare quelle legate alla telemedicina e alla domotica, potrebbero offrire soluzioni interessanti in futuro. La partita è importante per la comunità e la tecnologia deve essere sfruttata in modo più convinto. Il futuro diventa molto interessante se si riescono a combinare questi aspetti.
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