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Quanto costa un sorriso? L’ortodonzia diventa un lusso

Le cure dentali non sono coperte dal Servizio Sanitario Nazionale e molti italiani vi rinunciano per motivi economici.

Le cure dentali sono tra le poche cure mediche non fornite, se non in rari casi e per qualche prestazione, dal Servizio Sanitario Nazionale. Ergo: sono a totale carico del paziente, con la sola detrazione del 19% in dichiarazione dei redditi. Per colmare almeno in parte questa lacuna lo Stato ha istituito dei fondi sanitari integrativi, che devono dedicare almeno il 20% alle prestazioni non incluse nei Lea, livelli essenziali di assistenza, tra cui primeggiano le prestazioni odontoiatriche. Anche in questo caso occorre uno sforzo ulteriore, perché sempre più italiani rinunciano alle cure dentali per motivi di natura economica.

Fondi sì o fondi no? Per i dentisti è complicato

Secondo una ricerca condotta da Altroconsumo e Odontoiatria33 nel mese di luglio 2021 su un ampio campione di professionisti in tutta Italia, solo il 35% dei dentisti è convenzionato con un’assicurazione o una mutua. Inoltre, solo poco più del 27% dei pazienti utilizza una polizza assicurativa o un fondo durante l’anno, nonostante la possibilità di abbassare sensibilmente i costi: chi si rivolge a un dentista convenzionato per alcune prestazioni non dovrà pagare nulla, o solo una franchigia (sarà poi il dentista a farsi rimborsare per la quota eccedente), mentre su altre potrà usufruire di tariffe agevolate.

Per comprendere questa incongruenza, è importante fare luce sui problemi riscontrati dai dentisti in quest’ambito. La principale difficoltà riscontrata è quella dei tempi lunghi per ottenere il rimborso delle prestazioni (63% dei casi), seguita dai rifiuti immotivati (53%). Questi ultimi si riferiscono alle prestazioni che il fondo rifiuta di rimborsare senza fornire spiegazioni esaurienti. Infine, il 47% dei dentisti ha segnalato una richiesta di documentazione eccessiva come ulteriore ostacolo nella convenzione con le compagnie assicurative. Solo il 13% dei professionisti convenzionati sostiene di non incontrare alcun tipo di difficoltà, una percentuale decisamente troppo bassa. E quando lo studio dentistico non è convenzionato, il costo delle cure dentali ricade interamente sul paziente.

I costi invisibili pesano sul paziente

Le cure dentali hanno spesso costi alti, e quando è il paziente a doverne coprire l’intero importo, l’ortodonzia diventa un lusso riservato a chi ha un reddito elevato. Purtroppo, i prezzi non possono scendere dal momento che dietro a qualsiasi prestazione odontoiatrica c’è una serie di costi fissi che il dentista deve sostenere, come l’affitto o il mutuo dello studio, gli investimenti in attrezzature costose, gli stipendi dei dipendenti, le bollette e le incombenze burocratiche che sono aumentate negli ultimi anni. Dopodiché ci sono i costi variabili: i materiali specifici, i laboratori odontotecnici a cui il professionista si rivolge per protesi e altro, i dispositivi monouso per la sicurezza e sanificazione e via dicendo. Tuttavia, sono tanti gli italiani che si trovano a dover rinunciare alle cure odontoiatriche per motivi economici.

Secondo l’indagine “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea” condotta da Istat nell’anno 2019 e pubblicata nel gennaio 2022, l’odontoiatria è uno dei settori nei quali si registra il maggior tasso di rinuncia alle cure per motivi di natura economica. In media, il 6,3% dei cittadini intervistati non ha effettuato visite o trattamenti dentistici nei dodici mesi precedenti l’intervista, a causa dei costi elevati. Importante anche il dato relativo alle tempistiche, l’altro motivo di rinuncia: il 13% dei cittadini con più di 15 anni e il 19,6% dei cittadini over 65 ha effettuato le prestazioni odontoiatriche in ritardo o non le ha effettuate a causa dei lunghi tempi di attesa.

Perché si parla sempre più spesso di convenzioni

I motivi principali che frenano le persone dal ricevere le cure odontoiatriche sono di natura economica, ma gli studi dentistici non consentono oggettivamente di ridurre oltremodo i prezzi delle prestazioni e l’agenda politica italiana non prevede provvedimenti di welfare odontoiatrico. Anche il fisco non aiuta: è possibile detrarre nella dichiarazione dei redditi solo il 19% della spesa oltre la franchigia di 129,11 euro. Con interventi che possono arrivare a costare migliaia di euro, sempre più persone scelgono una copertura assicurativa che include le prestazioni odontoiatriche e sempre più aziende ne tengono conto quando definiscono un piano di welfare per i propri dipendenti. Il rischio, in questo caso, è che i fondi non siano convenienti poiché offrono una franchigia massima troppo bassa, limitando le prestazioni rimborsate. La realtà è che il governo favorisce quei fondi che offrono tutto o quasi, rendendoli convenienti sia per il lavoratore, sia per il gestore. In un’unica polizza il lavoratore può fare visite specialistiche, sottoporsi a sedute di fisioterapia, evitare di fare la fila all’Asl per gli esami del sangue, e ottenere alcune prestazioni odontoiatriche a costi ridotti.

Dall’altro lato, anche il dentista può notare alcuni vantaggi nel sottoscrivere una convenzione. I dipendenti che hanno diritto a controlli o sedute di igiene gratuite vorranno sfruttare l’occasione e si recheranno presso lo studio convenzionato piuttosto che in quello usuale, e in caso di ulteriori interventi preferiranno fermarsi da quel dentista. Per il dentista convenzionato, infatti, il vantaggio non è tanto nel poter eseguire le prestazioni rimborsate dal fondo, ma nel portare nel proprio studio nuovi pazienti. Allo stesso tempo il dentista può proporre a questi nuovi clienti dei servizi aggiuntivi o degli extra, come una protesi realizzata con materiali più belli o resistenti di quelli convenzionali, da pagare a parte. È una soluzione che permette al paziente di ottenere prestazioni di qualità a un costo inferiore rispetto a quanto pagherebbe di norma.

In sintesi, le convenzioni odontoiatriche permettono anche ai pazienti con disponibilità economiche ridotte di prendersi cura dei propri denti.

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