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Perché la digitalizzazione favorisce l’inclusione assicurativa?

Per avvicinarsi a categorie di utenti ora sottoassicurate, le compagnie assicurative sono spinte a evolversi verso modelli digitali sempre più user-friendly e accessibili.

Il settore assicurativo garantisce un accesso più equo alle prestazioni sanitarie e completa il servizio del Sistema Sanitario Nazionale con piani che supportano l’assicurato soprattutto in caso di spese mediche improvvise. Tuttavia, i cittadini non autonomi, isolati o meno abbienti hanno generalmente più difficoltà di accesso alle polizze a causa di procedure intricate, mancanza di chiarezza e costi elevati. Questi ostacoli hanno contribuito a creare disuguaglianze nell’accesso al mercato assicurativo, che ora necessita un orientamento verso un modello più digitale, inclusivo e centrato sul cittadino.

Il problema dell’accessibilità nell’assicurazione tradizionale

In quasi tutti i principali Paesi europei esiste, in affiancamento al sistema pubblico della sanità, un sistema privato che in termini di finanziamento attinge alle risorse del mondo assicurativo, ridistribuendo in questo modo le spese sanitarie dei cittadini, rendendole individualmente più sostenibile. Anche in un Paese come l’Italia, ad oggi, l’integrazione tra sanità pubblica e integrativa è necessaria per garantire il diritto alla salute effettivo. Il settore assicurativo infatti consente di avere una migliore redistribuzione delle risorse rispetto all’acquisto individuale di prestazioni sanitarie nella sanità privata che, senza assicurazione sanitaria, sarebbero basate solo sulla capacità reddituale del singolo cittadino.

Tuttavia, per lungo tempo, l’assicurazione tradizionale ha rappresentato un ostacolo per molte persone a causa della sua complessità e dei requisiti burocratici. L’accesso a servizi assicurativi spesso richiede lunghe procedure di sottoscrizione e la compilazione di documenti cartacei. Questi ostacoli possono aver escluso una parte della popolazione, compresi coloro che risiedono in aree remote o che hanno difficoltà a spostarsi, anche per motivi di salute. Inoltre, i costi elevati delle polizze salute tradizionali hanno reso l’assicurazione un lusso per molti. Questi fattori, uniti a una barriera comunicativa composta da informazioni poco trasparenti e di difficile comprensione, hanno contribuito a una disparità nell’accesso all’assicurazione.

Per risolvere questa disparità, secondo Marco Vecchietti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di RBM Assicurazione Salute, intervenuto all’incontro “Valore della Sanità e Sanità di Valore” nel corso del 14° Forum di Risk Management di Firenze, occorre “modificare l’attuale assetto, nel quale le assicurazioni sono accessibili soprattutto ai lavoratori dipendenti o a coloro che hanno redditi più elevati, ma non riescono a garantire quella funzione di maggiore inclusività sociale”. Tra i cambiamenti che devono avvenire secondo Vecchietti è fondamentale rendere il cittadino più autonomo e consapevole nell’acquisto dell’assicurazione, assieme allo sviluppo di processi e sistemi più semplici e accessibili.

Perché digitalizzare porta a polizze inclusive

La digitalizzazione rappresenta un passaggio fondamentale per soddisfare i punti sollevati da Vecchietti e arrivare a un settore assicurativo efficace, inclusivo e sostenibile. Con le polizze sanitarie digitali, i cittadini hanno accesso diretto alle informazioni sulla loro copertura, sui servizi disponibili e sulle modalità di prenotazione di visite mediche e trattamenti. La trasparenza e la facilità d’uso che la digitalizzazione porta, mettono il cittadino al centro del proprio benessere e della propria salute, consentendogli una partecipazione attiva nella gestione della propria assistenza sanitaria.

Inoltre, i processi di sottoscrizione digitali eliminano alcuni ostacoli burocratici che potrebbero scoraggiare alcune persone dall’assicurarsi. Ad esempio, la necessità di compilare i moduli di persona con un’assicurazione tradizionale potrebbe scoraggiare chi abita in luoghi isolati o ha difficoltà a spostarsi, oppure chi per un qualsiasi motivo di salute non può farlo.

Dalla parte delle compagnie assicurative, la digitalizzazione consente di ottimizzare l’erogazione delle prestazioni. Grazie alla raccolta e all’analisi di dati digitali, le compagnie possono monitorare le tendenze di utilizzo e concentrare le risorse dove sono più necessarie. Ma l’analisi dei dati digitali va oltre, e consente anche di identificare le tendenze nelle malattie e nelle condizioni di salute della popolazione assicurata. Questo permette di individuare i rischi sanitari emergenti e migliorare la gestione delle risorse, ad esempio sviluppando programmi di cura e di prevenzione su misura. In questo modo, si potrebbero limitare eccessive richieste di rimborso per sinistri specifici, con un miglioramento della qualità delle garanzie offerte.

La digitalizzazione favorisce inoltre la personalizzazione delle polizze stesse. Le compagnie assicurative possono adattare i servizi in base alle esigenze specifiche di ciascun individuo, garantendo che ognuno abbia una copertura adeguata alle proprie necessità. Questo livello di flessibilità garantisce che gli assicurati ricevano esattamente ciò di cui hanno bisogno, evitando il rischio di sovrassicurazione o sottoassicurazione.

In ultimo, non bisogna dimenticare che la digitalizzazione stessa deve essere costruita in modo accessibile. Siti web e piattaforme devono essere facilmente leggibili e utilizzabili e pensati per tutte le categorie di utenti.

In conclusione, le polizze digitali sono un passaggio fondamentale e sempre più necessario per un settore assicurativo più accessibile a tutta la popolazione. Un’assicurazione più inclusiva permette di raggiungere, come li definisce Alessandro Scarfò, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Assicura, i “primi esclusi”, cioè quei cittadini che “sostano, in attesa, appena dopo il limite dell’assicurabilità per come la conosciamo oggi”.

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