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Definanziamento della sanità pubblica e spesa delle famiglie: il nuovo ruolo dell’assicurazione salute

Il definanziamento, la carenza di medici e l’affaticamento del SSN aumentano la spesa “out of pocket” dei cittadini, che si affidano alle assicurazioni salute.

La sanità italiana post pandemia richiede urgentemente nuove soluzioni e finanziamenti per garantire un accesso equo e adeguato alle cure mediche di qualità. In questo contesto, l’assicurazione sanitaria privata sta emergendo come un elemento sempre più cruciale per la tutela della salute individuale e familiare, poiché in grado di offrire tempi di attesa ridotti e garantire una maggiore sicurezza. Tuttavia, è fondamentale trovare un equilibrio tra soluzioni private e il rafforzamento del sistema sanitario pubblico per assicurare che ogni cittadino abbia accesso a cure mediche adeguate.

La situazione della sanità italiana post pandemia

L’anno della pandemia ha portato sotto i riflettori le gravi limitazioni del sistema sanitario pubblico. Tuttavia, la situazione era già critica da tempo e non sembra destinata a migliorare. I dati più recenti evidenziano che la spesa sanitaria pro-capite in Italia nel 2021 è stata di soli 2.856 euro, una cifra nettamente inferiore rispetto a Paesi come Germania (5.944 euro) e Francia (4.355 euro), e al di sotto della media dell’OCSE (3.771 euro). Questo divario è in netto contrasto con le reali esigenze del Paese, che sta affrontando contemporaneamente un invecchiamento della popolazione e una diminuzione delle nascite.

Questo quadro è ulteriormente complicato dall’aumento delle malattie croniche e degenerative, correlate all’aumento dell’aspettativa di vita. Attualmente, il 40% della popolazione italiana è affetta da malattie croniche in peggioramento. A ciò si aggiunge una progressiva riduzione dei posti letto ospedalieri, con il sistema italiano che presenta uno dei numeri più bassi in Europa.

Definanziamento della sanità pubblica

Gli interventi governativi, seppur importanti, non sembrano sufficienti a risolvere la situazione. Ad esempio, gli ospedali di comunità previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non possono essere realizzati a causa della mancanza di risorse economiche e professionali. Il 18° Rapporto Sanità del Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata sottolinea che il finanziamento della sanità pubblica italiana necessita di almeno cinquanta miliardi di euro in più per raggiungere una percentuale simile del PIL rispetto ad altri Paesi europei.

Le conseguenze del definanziamento sono già visibili: la spesa per la sanità privata è in costante aumento, con una media di oltre 1.700 euro per famiglia. Questo fenomeno genera insicurezza, isolamento e cure inefficaci tra coloro che non possono permettersi costi sanitari significativi.

Sempre meno medici per famiglia

Nel prossimo futuro, il sistema sanitario pubblico italiano potrebbe affaticarsi ulteriormente a fronte di un’altra sfida critica: il calo dei medici di base. Questa carenza ha un impatto diretto sull’accesso alle cure primarie e sulla continuità dell’assistenza medica. Ciò può portare a auto-prescrizioni errate, un approccio alla salute non ottimale e un divario sempre più ampio tra chi può accedere a cure di alta qualità e chi è costretto a dipendere esclusivamente dal sistema sanitario pubblico.

A raccontare l’emergenza è il “Rapporto sui Medici di medicina generale” pubblicato da Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali) nel luglio 2023. La ricerca spiega che dal 2019 al 2021 il numero dei medici di medicina generale si è ridotto di 2.178 unità e nello stesso periodo è diminuito anche il numero dei pediatri. L’Italia ora è tra i Paesi europei con il minor numero di medici di base, con soli 6,81 medici e 1,2 pediatri per 10.000 abitanti.

E il futuro? Il trend è al ribasso, con il 75% dei medici di famiglia in servizio da più di 27 anni nel 2021. In questo scenario, l’assicurazione salute privata può offrire una soluzione parziale, permettendo ai pazienti di accedere a cure specializzate con tempi di attesa ridotti. Tuttavia, è fondamentale affrontare anche il problema del calo dei medici di base per garantire un sistema sanitario completo ed efficiente.

I vantaggi di un’assicurazione salute privata

Di fronte a questa complessa situazione, l’assicurazione salute privata rappresenta una soluzione concreta. Attualmente sul mercato sono disponibili diverse offerte assicurative, che vanno dalle opzioni più semplici a quelle più complesse, e che sono in grado di adattarsi alle diverse esigenze individuali, familiari e aziendali.

La sottoscrizione di una polizza salute, anche se non obbligatoria, permette di tutelare sé stessi e i propri cari in caso di malattia o infortunio, con la garanzia di poter accedere a visite specialistiche, interventi chirurgici e degenze ospedaliere in strutture qualificate, con tempi di attesa inferiori. Al giorno d’oggi, un’assicurazione privata rappresenta un valido supporto al Servizio Sanitario Nazionale, poiché offre cure più rapide ed efficaci in caso di necessità. Inoltre, spesso queste polizze includono anche check-up periodici, promuovendo così la prevenzione.

Il ruolo dell’assicurazione salute nel contesto italiano

La situazione finanziaria della sanità italiana è complessa. Nel 2021, la spesa sanitaria pubblica e privata ha raggiunto 168 miliardi di euro, pari al 9,5% del PIL. Tuttavia, mentre la spesa sanitaria pubblica si è mantenuta costante rispetto al PIL fino al 2019, con una percentuale intorno al 6,5%, il 2020 ha visto un incremento significativo a causa dell’impatto della pandemia, portando la percentuale al 7,5%. Nel 2021, questa percentuale si è stabilizzata al 7,1%. A questa spesa va aggiunta la spesa sanitaria privata, che include 4,5 miliardi intermediati da fondi, mutue e imprese di assicurazione, e 36 miliardi di spesa diretta delle famiglie. Questa spesa “out of pocket”, ossia non coperta da assicurazione o dal SSN, rappresenta il 22% del totale.

Secondo i dati di Insurance Europe, l’Italia presenta la percentuale più elevata in Europa di spesa out-of-pocket per spese mediche. In Europa, in media, il 75% delle spese mediche sono sostenute con risparmi propri, mentre il restante 25% è coperto dalle assicurazioni. In Italia, invece, i cittadini usano i risparmi propri per sostenere il 90% delle spese mediche, con un utilizzo delle assicurazioni del solo 10%, molto più basso rispetto alla media europea. Questo dato evidenzia lo scarso utilizzo di coperture sanitarie tra la popolazione italiana che è attualmente sotto-assicurata nel mercato sanitario, con un rapporto premi su prodotto interno lordo annuo nazionale dello 0,2% nel 2020, inferiore di oltre il 50% rispetto alla media europea che si attesta sullo 0,5% nello stesso anno.

Questa situazione sottolinea l’importanza di coinvolgere ulteriormente il settore assicurativo per affrontare le necessità presenti e future delle famiglie italiane.

In tal senso, Stefano De Polis, Segretario Generale dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), ha suggerito durante un’audizione alla commissione Affari Sociali del Senato che il coinvolgimento del settore assicurativo può essere una soluzione per far fronte alle sfide della sanità italiana. In generale, è essenziale trovare un equilibrio tra le soluzioni private e il rafforzamento del sistema sanitario pubblico per garantire a tutti i cittadini un accesso equo e adeguato alle cure mediche.

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