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Welfare aziendale: contributi per l’assistenza sanitaria

Il welfare è uno dei benefit più apprezzati dai dipendenti. Conoscere le principali opzioni permette di integrarlo al meglio nella propria offerta lavorativa.

L’assistenza sanitaria aziendale viene percepita come un importante valore aggiunto dai dipendenti, i quali ne tengono conto sia all’interno di un rapporto di lavoro consolidato, sia nella scelta tra diverse proposte lavorative. Per inserirlo nell’offerta lavorativa è necessario sapere in che modo il welfare è vantaggioso anche per l’azienda, e quali sono le migliori opzioni tra cui scegliere.

Perché scegliere l’assistenza sanitaria?

Tra le misure di welfare che le aziende possono prevedere per i propri dipendenti, le più apprezzate sono quelle legate all’assistenza sanitaria. Ogni lavoratore, indipendentemente dall’età, dalle mansioni e dalle condizioni di salute, potrebbe avere la necessità di sottoporsi a visite mediche o interventi di diverso tipo nel corso della sua vita. Ricevere un reale supporto dal datore di lavoro nella copertura delle spese sanitarie può tradursi in un rapporto lavorativo più solido e soddisfacente, soprattutto in Italia.

Nel Belpaese, infatti, la popolazione sta invecchiando a ritmi sostenuti. La bassa natalità e il progressivo allungamento della vita faranno sì che nel 2050 quasi il 40% degli uomini e il 44% delle donne avranno più di 60 anni. Di questi, molti saranno ancora nel pieno della propria carriera visti gli adeguamenti dell’età pensionabile.

Già oggi i dipendenti di mezz’età costituiscono una parte fondamentale della forza lavoro delle aziende. Una ricerca ha determinato che in 150 imprese italiane quasi la metà dei dipendenti ha un’età superiore ai 43 anni. Questi vengono tipicamente percepiti come elementi chiave della produzione, come portatori di professionalità e esperienza sul campo. Ogni azienda che riconosce le doti dei propri lavoratori sa quanto sia importante proteggerli anche in ambito assicurativo.

L’assistenza sanitaria diventa un’agevolazione fiscale per l’impresa

All’interno di un rapporto lavorativo, i contributi di assistenza sanitaria versati dall’impresa o dal dipendente non concorrono alla formazione del reddito imponibile. Per questo le assicurazioni sanitarie aziendali rappresentano un beneficio per entrambe le parti. Viene in aiuto un esempio. Una piccola azienda vuole assegnare a un dipendente un premio di risultato pari a 500 euro annui. Che siano una tantum o continuativi nel tempo, l’azienda ha tre possibilità:

  • inserirlo nello stipendio, con conseguente aumento della RAL;
  • versarlo in busta paga come premio;
  • convertire il bonus in servizi di welfare aziendale.

 

La terza soluzione è la più conveniente per l’impresa, perché il premio diventa completamente deducibile ed è esente dalla trattenuta per contributi INPS. I premi in parte o interamente destinati a piani di previdenza e assistenza sanitaria non concorrono infatti al calcolo del tetto massimo di deducibilità annuale.

Si può quindi dire che il welfare contribuisca all’efficienza fiscale dell’azienda, mentre per i dipendenti rappresenta un sostanzioso incentivo in materia di benessere e sicurezza. La soddisfazione di entrambe le parti favorisce un ambiente positivo all’interno della società e la valorizza sul mercato: può diventare una vera e propria leva strategica quando si ricercano nuove risorse. Un’azienda di successo, piccola o grande che sia, riconosce l’importanza del welfare e sa che inserirlo nella propria offerta lavorativa porta vantaggi a 360°.

La scelta migliore in termini di welfare

Ormai è chiaro che uno dei benefici del welfare aziendale è l’ottimizzazione del vantaggio fiscale per l’azienda. Ma qual è l’opzione migliore se si vuole optare per un’assicurazione sanitaria aziendale? Innanzitutto va specificato che un datore di lavoro ha diverse opzioni in termini di welfare, ma le scelte più comuni e convenienti sono solo due.

La prima è lo zainetto sanitario, che consiste in un versamento mensile da parte del datore di lavoro all’ente sanitario. Questo importo, come anticipato, non concorre alla formazione del reddito del dipendente. Tuttavia, secondo l’Agenzia delle Entrate questa strada non è priva di criticità: i contributi sono generalmente indirizzati a casse mutualistiche in misura variabile a seconda del proprio reddito, ma le prestazioni e i rimborsi che si ricevono sono gli stessi per tutti i lavoratori.

L’Agenzia delle Entrate non tocca invece i pacchetti di welfare aziendale che prevedono rimborsi diretti delle spese sanitarie. Tramite un servizio specializzato, infatti, si possono richiedere i rimborsi delle spese mediche che non sono coperte dai piani sanitari già a disposizione del dipendente. Visite specialistiche, check-up medici, trattamenti, controlli di diverso tipo, e molti altri servizi sono inclusi in un pacchetto personalizzabile in base alle necessità e alle preferenze del lavoratore. È un modo facile, intuitivo e conveniente per recuperare almeno in parte quanto speso per la salute.

Chi può beneficiare dell’assistenza sanitaria aziendale?

Una sottoscrizione aziendale a un piano di welfare permette di estendere l’assistenza sanitaria a tutti i collaboratori. Questa è l’opzione più comoda in assoluto per i dipendenti, che dovranno solo scegliere il pacchetto più consono alle proprie necessità. Il contributo sarà quantificato in una rata mensile personalizzata a seconda della propria età e dei servizi che si vogliono includere. In alternativa, se l’azienda non ha stretto convenzioni con un servizio specifico, il dipendente è libero di scegliere da sé il fornitore del servizio di welfare.

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