In molti Paesi parlare di salute mentale è sempre più accettato e rivolgersi a un professionista viene incoraggiato. In Italia, i problemi psicologici vengono ancora visti come una debolezza o qualcosa da nascondere. Questo atteggiamento ostacola il libero accesso alle cure, complicando la vita di chi soffre. La pandemia da COVID-19 ha peggiorato le condizioni di chi già aveva sintomi depressivi o ansiosi, ma ha anche evidenziato l’importanza di tutelare il benessere psicologico. Il mese di maggio è dedicato alla salute mentale ed è un’occasione per sensibilizzare sul tema e superare pregiudizi e timori ingiustificati.
Il timore del giudizio degli altri
La salute mentale gioca un ruolo fondamentale nel benessere complessivo di una persona. Si riferisce alla capacità di affrontare e gestire con successo le sfide quotidiane e mantenere un equilibrio di pensieri, emozioni e comportamenti. Problemi come i disturbi d’ansia, la depressione, il disturbo bipolare, i disturbi del sonno, le ossessioni compulsive, la schizofrenia e molti altri disturbi psicologici possono influenzare negativamente le relazioni personali, il lavoro e il senso di soddisfazione generale. Per questo è importante promuovere la consapevolezza dell’importanza della salute mentale, evitare i giudizi e la stigmatizzazione delle persone che soffrono di problemi di salute mentale e garantire loro l’accesso alle cure necessarie.
In Italia, c’è ancora molta strada da fare. La “Ricerca sulla salute mentale” condotta da Bva Doxa nel 2022 evidenzia come, per quanto la società si dimostri più aperta rispetto al passato nei confronti di chi soffre di una malattia mentale, andare dallo psicologo viene ancora visto come qualcosa da nascondere. Il 78% preferirebbe parlarne solo in famiglia, non con amici e conoscenti. Il 22% si vergognerebbe a parlarne e preferirebbe non parlarne con nessuno.
Il timore di essere etichettati è fondato: oltre la metà della popolazione (65%) ritiene le persone con disturbi mentali pericolose per sé, quasi la metà (48%) pericolose anche per gli altri, con la possibilità di diventare facilmente aggressive e violente (55%), non rispettose delle regole sociali condivise (49%), non in grado di lavorare con un buon livello di autonomia (46%). Un quadro negativo sul piano sociale, che rende difficile chiedere aiuto e intraprendere percorsi terapeutici.
Una persona su otto con un disturbo mentale
La malattia mentale è per certi versi ancora un tabù, ma il tema tocca tantissime persone. Secondo il report “World mental health report: Transforming mental health for all” pubblicato dalla World Health Organization nel giugno 2022, circa una persona su otto soffre di un disturbo della sfera mentale e quello più comune è la depressione, che con la pandemia ha segnato un incremento del 25% rispetto al periodo pre-COVID.
Anche in Italia la percentuale di cittadini depressi è importante. I dati rilevati dall’ISTAT tra il 2015 e il 2017 e pubblicati a luglio 2018 nel report “La salute mentale nelle varie fasi della vita” stimavano la presenza di oltre 2,8 milioni di italiani sopra i 15 anni depressi, pari al 5,4% della popolazione. Sebbene non esistano ancora dati ufficiali, con la pandemia questa percentuale non può che essere aumentata. Uno studio italiano pubblicato nel 2021 sulla rivista Journal of Affective Disorders ha infatti rivelato che oltre il 40% degli italiani ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante il primo lockdown nazionale, con una riduzione della qualità di vita in più del 60% dei soggetti e ripercussioni sul ritmo sonno-veglia in più del 30%.
La vera portata di quella che più volte è stata definita una “crisi della salute mentale” potrebbe essere molto più profonda ed estesa di quanto ci sia stato possibile valutare finora. La pandemia ha colpito le persone in vari modi, dalle difficoltà economiche e sociali, alla perdita di amici e familiari, all’isolamento, all’ansia e allo stress causati da una situazione incerta e instabile. Questi fattori possono avere effetti duraturi sulla salute mentale delle persone, anche a lungo termine, e potrebbero richiedere un approccio integrato e multidisciplinare per essere affrontati in modo efficace. In quest’ottica il supporto psicologico diventa, ora più che mai, una necessità comunitaria e condivisa.
Sensibilizzare sul benessere mentale e emotivo
L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto globale senza precedenti. Tuttavia, questa terribile situazione ha anche attirato una maggiore attenzione mediatica sulla tutela del benessere psicologico. Ad esempio, molti influencer e attivisti per la salute mentale si sono ritagliati uno spazio sui social media dove condividono le proprie esperienze, sensibilizzano l’opinione pubblica sulla diffusione dei disturbi mentali, e offrono consigli e supporto in modo informale e accessibile.
Ma ancora oggi, in Italia e in molti altri Paesi del mondo, parlare di salute mentale è difficile. La mancanza di informazione su questioni legate alla salute mentale è all’origine di molti pregiudizi e timori ingiustificati che ostacolano il libero accesso alle cure e ai trattamenti adeguati. In più, troppe volte le persone che soffrono di problemi di salute mentale sono viste come “deboli” o “folli” e questo contribuisce a renderle isolate e marginalizzate, nonché a complicare la loro integrazione sociale e lavorativa.
Se condizioni come ansia e depressione vengono ancora sminuite, argomenti come episodi maniacali, attacchi di panico e il suicidio sono ancora intoccabili. Questi tabù rendono difficile avviare una discussione aperta e sincera sulla questione, e anche per i professionisti della salute mentale diventa complicato arrivare a una diagnosi accurata e fornire un trattamento adeguato quando dall’altra parte non c’è apertura sul tema.
È importante sensibilizzare la società sulla salute mentale e incoraggiare la popolazione a prendersi cura della propria salute psicologica, superando le paure e i pregiudizi associati ai disturbi mentali. Ecco perché nel 1949 Mental Health America (MHA) decise di dichiarare maggio il mese della salute mentale. Insieme alla Giornata Mondiale della Salute Mentale, fissata per il 10 ottobre, è un’occasione per sensibilizzare sull’argomento e suggerire alla popolazione di sottoporsi a screening e valutazioni del proprio stato mentale.