I dati confermano che un ambiente di lavoro positivo e sano aumenta la produttività, riduce turnover e assenteismo, e rafforza la reputazione aziendale. Investire nel benessere dei dipendenti è quindi una scelta strategica, che assicura un vantaggio competitivo a lungo termine e favorisce una crescita sostenibile.
Ma come si inizia a parlare di benessere in azienda? Cosa significa realmente e quali sono le strategie per migliorarlo? Esploriamo i concetti chiave e le soluzioni pratiche.
Perché tenere conto del benessere in azienda
Il successo di un’aziende non è misurato solo dai profitti, ma anche dal benessere delle persone che vi lavorano e da come queste vengono supportate e valorizzate. Si parla in questo caso di “sostenibilità umana”, ovvero la capacità di un’azienda di creare valore per le persone e promuovere il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori.
Investire nella sostenibilità umana migliora il benessere dei dipendenti e contribuisce al raggiungimento degli obiettivi umani dell’azienda e al rispetto degli standard ESG. E l’azienda cosa ci guadagna? I vantaggi sono anche per l’azienda: un ambiente di lavoro positivo e sano migliora la produttività (articolo: Come il benessere in azienda migliora la produttività), perché i dipendenti motivati e soddisfatti tendono a lavorare meglio e con maggiore efficienza.
Il benessere in azienda riduce i tassi di assenteismo e turnover (articolo: Migliorare il benessere per fidelizzare i dipendenti), e quindi abbassa i costi legati alla sostituzione e alla formazione del personale. Inoltre, promuovere il benessere crea un clima di fiducia e collaborazione che potenzia la coesione del team e la creatività.
Infine, le aziende che investono nel benessere dei dipendenti migliorano la loro reputazione, diventando più attrattive per i talenti e rafforzando il loro brand sul mercato. Investire nel benessere è una strategia vincente per garantire crescita e successo a lungo termine.
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Come si misura il benessere in azienda
Misurare il benessere in azienda permette di valutare l’ambiente di lavoro e individuare le possibili aree di miglioramento. Per effettuare un breve e semplice bilancio del benessere organizzativo, è possibile considerare una serie di indicatori positivi e negativi.
Indicatori positivi includono il senso di appartenenza, l’autorealizzazione, la condivisione dei valori, l’equilibrio vita-lavoro e buone relazioni con i colleghi. Segnali di basso benessere comprendono invece il desiderio di cambiare lavoro, bassa autostima, risentimento verso l’organizzazione, conflitti e confusione nei ruoli.
Questi indicatori da soli non coprono tutto lo spettro del benessere organizzativo. Per una valutazione più completa, le aziende possono condurre sondaggi, monitorare i dati sulla produttività, esaminare i tassi di assenteismo e turnover, o utilizzare metriche e strumenti specifici, come il questionario MOHQ.
Come rendere felici i dipendenti
Diversi studi, ricerche e report indagano sui desideri dei dipendenti e forniscono utili indizi per migliorare il benessere in azienda in modo efficace. La presenza di benefit, in particolare, è uno dei fattori che più influenza la permanenza dei dipendenti o la loro decisione di scegliere un datore di lavoro differente, in particolare per le nuove generazioni di lavoratori.
Ma non tutti i benefit sono uguali: conoscere quali sono i benefit più desiderati dai dipendenti permette di personalizzare il piano di welfare aziendale e migliorare l’attrattiva dell’azienda. Assistenza sanitaria, buoni pasto, buoni acquisto, congedi parentali e servizi dedicati al benessere psico-fisico sono solo alcuni esempi di benefit aziendali tra i più apprezzati dai lavoratori.
Tra questi, l’assistenza sanitaria, oltre a garantire una copertura che migliora il benessere generale dei dipendenti, permette all’azienda di accedere a benefici fiscali rilevanti.
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Il welfare come strumento per migliorare il benessere in azienda
Il welfare aziendale è uno strumento potente per migliorare il benessere dei dipendenti e, di conseguenza, la produttività complessiva dell’azienda. Implementare piani di welfare offrendo benefit come assistenza sanitaria integrativa, buoni pasto, servizi di supporto psicologico e programmi di work-life balance, migliora la qualità della vita dei dipendenti e rafforza il senso di appartenenza e motivazione, migliora la produttività e riduce l’assenteismo.
Le politiche di welfare migliorano gli standard ESG
Gli standard ESG valutano le performance aziendali in base a fattori di tipo ambientale, sociale e di governance. Le aziende che adottano pratiche di welfare non solo migliorano il benessere dei dipendenti, riducono il turnover e attraggono talenti, ma ottimizzano anche il loro rating ESG. Questo si traduce in una migliore reputazione, maggiore fidelizzazione dei clienti e attrazione di investitori.
Implementare una polizza sanitaria per i dipendenti, in particolare, si traduce in un ampio miglioramento delle performance ESG aziendali perché coinvolge sia i fattori sociali (“S”), che riguardano la volontà di proteggere i dipendenti, sia quelli di gestione (“G”), che valutano l’interesse al perseguimento di obiettivi “virtuosi”.
In sintesi, adottare una polizza sanitaria è un metodo semplice e veloce per migliorare il welfare aziendale in modo efficace e misurabile, con un immediato riscontro sulle operazioni e sulla felicità dei lavoratori.
Facilitare l’accesso alle cure per favorire l’employee retention
In un mercato del lavoro sempre più complesso e competitivo, la retention dei dipendenti diventa un elemento cruciale per il successo di ogni azienda. Un team stabile e motivato riduce i costi legati all’assunzione e alla formazione di nuovi collaboratori, preserva il know-how e promuove un ambiente di lavoro positivo.
Le aziende di successo investono in programmi di welfare che dimostrano attenzione al benessere dei collaboratori e permettono loro di esprimere il proprio potenziale.
L’assicurazione salute gioca un doppio ruolo. Da un lato, rappresenta un segno tangibile dell’impegno aziendale nel fornire supporto e protezione ai propri dipendenti. Dall’altro lato, rappresenta uno strumento di differenziazione, perché i talenti di alto livello cercano spesso un pacchetto di benefit completo che includa una copertura sanitaria solida. Di conseguenza, scelgono e rimangono nelle aziende che offrono benefit salute.
Risultati finali per l’azienda
Il successo aziendale non si misura solo dai profitti, ma anche dal benessere dei dipendenti e dal valore che l’azienda crea per loro, poiché le persone sono al centro del successo.
Per avanzare negli standard ESG, il management deve adottare una visione centrata sulla sostenibilità umana, ovvero sulla capacità dell’azienda di creare valore per le persone e garantire per loro maggiore salute e benessere, sviluppo delle competenze, occupabilità e opportunità di carriera, senso di appartenenza e connessione con il fine dell’azienda.
La sostenibilità umana richiede di concentrarsi meno su quanto le persone avvantaggiano l’azienda e più su quanto l’azienda avvantaggia le persone.
Secondo il report Deloitte “2024 Global Human Capital Trends”, la maggior parte dei leader aziendali (76%) riconosce l’importanza di superare le metriche tradizionali di produttività, ma solo una piccola parte agisce effettivamente in tal senso (46%) e ancora meno lo fa in modo significativo (8%).
Secondo lo stesso report, i datori di lavoro che riescono a colmare questo divario sono il 70% più propensi a raggiungere gli obiettivi aziendali (soddisfazione dei clienti, efficienza, crescita e redditività, innovazione, agilità, qualità) e a ottenere risultati umani positivi (salario equo, progresso professionale, equità e appartenenza, sicurezza fisica e psicologica, scopo e significato, sviluppo delle competenze, benessere, felicità).
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