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La fruizione dei vantaggi fiscali deriva dal rapporto tra l’azienda e la Cassa di Assistenza, e dal sostenimento di quest’ultima. Poiché l’azienda non paga i contributi ordinari sugli importi versati alla Cassa di Assistenza, è tenuta a versare all’INPS, al fine di sostenere il sistema previdenziale, un “contributo di solidarietà” del 10% sull’importo speso per le coperture sanitarie.
Lo stress lavorativo è un problema comune che può influire negativamente sulla qualità del sonno. E non è solo lo stress direttamente collegato al lavoro ad avere conseguenze sul sonno, oggi anche la connessione costante attraverso dispositivi elettronici e l’assenza di confini netti tra lavoro e vita privata creano un senso di urgenza continuo.
Questo stato di allerta permanente si traduce in tensione accumulata, che spesso sfocia in ansia e stress che, se non gestiti, possono interferire con il sonno. La mancanza di sonno di qualità può a sua volta portare a problemi di salute come malattie cardiovascolari, diabete e depressione.
Sintomi dello stress da lavoro
Lo stress da lavoro correlato spesso diventa evidente solo nelle sue fasi più acute, quando la persona che ne soffre arriva a provare un forte disagio psicologico, sociale e fisico. Riconoscere questa condizione nella fase iniziale, per quanto spesso non sia semplice, è fondamentale per intervenire in tempo ed evitare che diventi cronica o sfoci in altre derivazioni, come la sindrome da burnout.
Per distinguere quello che è un breve periodo di lavoro intenso da un problema più profondo, è utile osservare un elenco dei sintomi dello stress da lavoro, considerando che questi si manifestano in modo cronico e possono durare settimane o mesi.
Sintomi fisici | Sintomi psicologici | Sintomi sociali |
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Come si può notare, lo stress da lavoro correlato ha un impatto a 360° sulla qualità della vita di una persona e nel tempo può causare problemi di salute seri.
Strategie per ridurre lo stress lavorativo e migliorare il sonno
La diagnosi dello stress lavorativo non è semplice e richiede l’intervento di un professionista, solitamente un medico del lavoro, uno psichiatra o uno psicologo. Tuttavia, alcune semplici misure di prevenzione possono aiutare a evitare questa condizione, ad esempio:
- gestire il tempo in modo da bilanciare vita lavorativa e vita privata,
- porsi dei limiti e rifiutare compiti extra che non rientrano nelle proprie mansioni,
- contribuire nel mantenere un ambiente collaborativo con i colleghi,
- seguire uno stile di vita sano, che comprenda un’alimentazione corretta, lo svolgimento di attività fisico e del tempo da dedicare agli affetti e ai propri amici.
Tutti questi accorgimenti aiutano a mantenere separato il tempo del lavoro da quello della vita privata e personale, così si evita di focalizzarsi troppo sulla propria professione.
Ulteriori accorgimenti possono essere:
- stabilire orari di lavoro fissi per evitare di portarsi il lavoro a casa,
- creare un ambiente per il sonno confortevole,
- mantenere una routine per il sonno,
- praticare attività rilassanti prima di dormire.
Per quanto riguarda la tecnologia, è consigliabile evitare o limitare l’uso di smartphone, tablet e computer nelle ore serali per permettere alla mente e agli occhi di rilassarsi.
Infine, è possibile approfittare del supporto aziendale partecipando a programmi di benessere, come corsi di fitness o sedute psicologiche organizzate dall’azienda. Se queste iniziative non sono presenti in azienda, è sempre possibile proporne l’introduzione sottolineando i benefici per il benessere dei dipendenti.
Un ambiente lavorativo positivo non solo aumenta la produttività, ma contribuisce anche al benessere complessivo dei dipendenti e delle loro famiglie.