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Perché scegliere la sanità privata invece di quella pubblica?

Con le tante difficoltà che affliggono il Servizio Sanitario Nazionale, sempre più italiani approfittano delle assicurazioni sanitarie fornite dall’azienda.

Nella maggior parte dei Paesi sviluppati, il governo fornisce ai cittadini una forma di assistenza sanitaria universale pagata tramite le tasse. Il servizio può coprire solo le spese essenziali o le emergenze, oppure includere anche alcuni costi extra come le sedute di fisioterapia o le sedute di supporto psicologico. Nella teoria, questo dovrebbe essere un sistema eccellente che permette a tutta la popolazione di accedere alle stesse cure. In Italia tra malasanità, carenza di personale e tempi di attesa eccessivi, la realtà è ben diversa. È per questo che molti cittadini scelgono un’assicurazione sanitaria che dà accesso al servizio privato.

Il dramma della sanità pubblica dopo la pandemia

Il servizio sanitario italiano è gestito dal governo attraverso un’agenzia pubblica chiamata Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Rivolgendosi a tutti i cittadini, è proprio quando viene sovraccaricato che inizia a peggiorare e a diventare tragicamente inefficace. In particolare, il settore risente ancora delle problematiche affiorate durante la pandemia da COVID-19: pochi medici, ancora meno infermieri, tempi lunghi nelle terapie e nelle prenotazioni. A questo scenario si aggiunge il fatto che lo scarso personale sanitario che c’è viene oberato di lavoro, con turni frenetici che peggiorano la qualità delle cure fornite e lasciano spazio a errori medici.

I dati di Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, evidenziano come a rimetterci siano soprattutto i pazienti che, dopo una diagnosi o un trattamento, devono sottoporsi a visite di controllo regolari. Si pensi ai malati diabetici, cardiopatici o anche oncologici per i quali il monitoraggio nel tempo non è solo consigliato, ma indispensabile. Nei primi sei mesi di quest’anno gli accertamenti di questo tipo sono stati 13,7 milioni, pari al 20% in meno rispetto ai 17,1 milioni del 2019. Questo significa che un paziente su cinque non ha potuto sottoporsi agli accertamenti di cui aveva bisogno.

“La colpa non è dei professionisti o dei pazienti ma dell’organizzazione sanitaria”, sottolinea Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia. “Gli ambulatori sono ridotti perché il sistema si è focalizzato sul COVID”. Indolfi specifica che la situazione peggiora andando verso Sud. Tenendo sempre in considerazione le statistiche sulle visite di accertamento dei malati cronici o oncologici, la Sardegna segna -36%, la Calabria -30% e la Sicilia -29% rispetto al pre-pandemia.

Nino Cartabellotta di Gimbe, fondazione che promuove e realizza attività di formazione e ricerca in ambito sanitario, spiega: “Il nodo è sempre la carenza di personale. Il sistema per le difficoltà di organico sta rallentando, figurarsi se riesce a recuperare. Le Regioni dovevano investire un miliardo per le liste di attesa ma non è servito e non hanno nemmeno speso tutti i soldi”.

Vantaggi della sanità privata tramite assicurazione aziendale

Con il servizio sanitario nazionale in ginocchio, sempre più cittadini guardano alla sanità privata, che al contrario si è dimostrata particolarmente efficace nel soddisfare le esigenze dei pazienti. Un report del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) certifica che in due anni la spesa “out of pocket”, ovvero completamente a carico del cittadino, è salita da 34,8 a 37 miliardi di euro.

Si può dedurre che siano in aumento anche le polizze sanitarie private? Non esattamente. Vengono favorite soprattutto le polizze aziendali, più vantaggiose e complete. Invece di acquistare singole prestazioni private, con prezzi che generalmente vanno da 50 a 250 euro per una visita, gli italiani apprezzano i pacchetti di welfare offerti dal datore di lavoro. Quest’ultimo può sottoscrivere polizze di gruppo più economiche, mentre i dipendenti risparmiano il tempo e le energie che sarebbero necessarie per ricercare un fornitore.

In più, l’assicurazione sanitaria come benefit è esente da tassazione e ciò consente al datore di lavoro di ottenere un notevole vantaggio fiscale rispetto all’erogazione dello stesso premio con altre modalità. Una comodità che si somma all’alta qualità delle cure fornite al paziente e alle tempistiche contenute: spesso chi sceglie la sanità privata non può permettersi di aspettare mesi per un intervento, o di saltare giornate di lavoro per sottoporsi a molteplici visite mediche. Ha bisogno di un servizio di qualità, rapido ed efficace.

E i costi? Nel settore della sanità privata sono coinvolti molteplici fornitori, per cui la competizione spinge a fornire le cure migliori ai prezzi più bassi. Considerando che con il Servizio Sanitario Nazionale nella maggior parte dei casi va comunque pagato il ticket, è facile capire perché le strutture private incassano circa 800 milioni di euro in più rispetto al 2019.

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